Parla il Sangiovese...

Parla il Sangiovese... La mia nuova casa, la dimora ove sono cresciuto in qualità generando  tante enclaves di eccellenza, è la Romagna interna… C’è chi la definisce la nuova Toscana , chi la nuova Provenza: certo che quella a monte della via Emilia, tra i colli imolesi e quelli riminesi in vista dell’Adriatico, è un meraviglioso carosello per il visitatore curioso di conoscermi... Dolci colline, borghi stupendamente ripristinati (Dozza, Brisighella, Modigliana, Castrocaro, Predappio, Bertinoro, Longiano, Santarcangelo, Verucchio, Coriano…), Il tutto anche senza scendere nella trafficata via Emilia, magari percorrendo l’ itinerario delle Strade dei Vini e dei Sapori tra Imola, Faenza, Forlì-Cesena e Rimini: attraverso piccoli valichi e controcrinali in un paesaggio armonico e dolce, con vigneti ed oliveti intramezzati a volte da pittoreschi e spettacolari calanchi…
Il mio colore, questo Sangiovese baciato dal sole di Romagna, è un bel rosso rubino, con sentori di viola e frutti rossi: al gusto si presenta asciutto, armonico e leggermente tannico, con retrogusto gradevolmente amarognolo…si dice spesso che il Sangiovese della Romagna (Sanzve’s) contiene il carattere dei romagnoli: franco, esuberante, schietto robusto ed ospitale e nello stesso tempo ruvido, all'esterno, ma sincero e delicato, all'interno...

Partendo da me, dal Sangiovese di questa Romagna collinare, giovane ed antica, godereccia ed intimista, è possibile anche reinventarsi suggestioni di viaggio, itinerari ricomponibili, spunti di vacanza …una sorta di gigantesco e sagace  “zapping territoriale”, dove si collegano e si combinano, calore della gente e caratteri della Romagna e della sua anima profonda, con oculati  “rimandi” a  Personaggi della storia e a  Miti “immateriali” dell’identità  e del modo di vivere romagnolo …Un viaggio esaltante tra i Sangiovesi di Romagna: perché io, nel territorio più orientale di questa meravigliosa Regione, mi identifico veramente al plurale;  in uno, siamo tanti, tantissimi Sangiovesi:  ciascuno con la sua personalità e peculiarità di valle, di zona, di sottozona!
Tra vigne e cantine di Romagna, un viaggio nel mio mondo attraversa paesaggi armoniosi, con rinnovate strutture termali e servizi rurali di accoglienza di certificato livello. Qui il visitatore curioso e goloso sarà sorpreso dagli straordinari prodotti tipici del territorio,  distintivi ed identitari. Nei borghi di Romagna ecco i chioschi della mitica piadina, di tutti gli spessori e circonferenze a seconda della latitudine geografica romagnola, ma sempre d’impareggiabile fragranza se consumata calda al momento…Formaggi  davvero unici come il Fossa di Sogliano, lo Squaquarone ed il Raviggiolo; olio extravergine di oliva di Brisighella, di Castrocaro-Terra del sole, delle colline cesenati e riminesi; saporite carni bovine e di Mora romagnola, nonché  le riscoperte di confetture delle tradizioni, come ad esempio il Savor e la Saba prodotte col mosto d’uva…
Per non parlare delle minestre romagnole, con la sfoglia tirata col mattarello dall’arzdòra…cappelletti, passatelli, ravioli..Minestre e piatti, che hanno in Pellegrino Artusi il loro “padre codificatore”, al quale  Forlimpopoli, e la Romagna tutta,  ha finalmente dedicato quella Casa Artusi tempio moderno e polivalente della cucina di casa

E così, in questi straordinari luoghi dell’anima, la tumultuosa riscossa dell'enologia romagnola degli ultimi dieci/quindici anni, rappresenta il riscatto del Vigneto Romagna sulla strada dell'eccellenza...C’è stato anche qui, infatti, un forte rinnovamento generazionale dei produttori che ha favorito l’introduzione di nuove e moderne tecniche di coltivazione della vite e di vinificazione, assecondato dall’impegno delle istituzioni a partire dal Consorzio Vini Romagna (già Ente Tutela Vini) e dall’Enoteca regionale

"E' bé" (“il bere”: il Vino in lingua romagnola...) accompagnò la vita dei romagnoli da alcuni millenni, come già scrissero  autori latini sottolineando la grande produttività delle terre di Romagna. Un pregio che poi si è paradossalmente rivelato un handicap per la qualità:  tra il ‘700 e la metà del ‘900 infatti l’interesse dei romagnoli è stato rivolto principalmente a produrre quanto più uve e vino possibile (ciò anche per far fronte alla pessima qualità dell’acqua del passato)
Io, il Sangiovese, sono il vino che ora identifica la Romagna, nonché padre maggioritario di vini assai importanti : le mie uve, da sole o associate ad altre, concorrono alla produzione di vini famosi quali il Brunello di Montalcino, i vari Chianti, Rosso Conero, e tanti altri…ma finalmente, anche in Romagna  sono ora un grandissimo vino, che nasce da un grande vitigno, troppo a lungo qui sottovalutato e bistrattato per le ragioni sopra esposte..!
Di più: l’eccellente livello qualitativo raggiunto in Romagna, si accompagna all'eccezionale rapporto qualità-prezzo, nonchè - dirigendosi dall'imolese al riminese - alla stupefacente e composita galassia con tutte le sue magnifiche e sorprendenti  sfumature territoriali, zonali  e sottozonali.  Perché è d’attualità anche la novità del mio nome, qui, nella terra di Romagna. Per ancora un po’ mi chiamerete ancora così: Sangiovese di Romagna.
Ma con la vendemmia 2011 è l’indicazione territoriale ad avere il primo posto nella denominazione dei vini: la parola, amata e sublime, “Romagna”! Il nome mio, vitigno “Sangiovese”, andrà così al secondo posto…perché la filiera del vino romagnola, ha deciso di puntare sempre più sul terroir , per comunicare la propria identità enologica, seguendo l’esempio storico di altre aree ad esempio il Chianti.
Cosicchè il cambio di denominazione Romagna Sangiovese come modifica dei disciplinari di produzione dei vini  romagnoli, sarà anche accompagnata dalla introduzione delle “menzioni geografiche aggiuntive”, di cui ne son proposte 12: Serra, Brisighella, Marzeno, Oriolo, Modigliana, Castrocaro-Terra del Sole, Predappio, Meldola, Bertinoro, Cesena Longiano e S. Vicinio. Può cioè essere indicato in etichetta in modo più specifico e geograficamente preciso , la sottozona di provenienza del vino.
Romagnoli e toscani continuano a disputarsi anche l’origine del mio vitigno … ma lo storico riscatto è vicino:  tale è la bontà del prodotto romagnolo che, secondo lo scrittore Dario Zanasi "..il Sangiovese romagnolo é un vino che meriterebbe un saluto militare. Come fece il generale francese Mac Mahon, davanti al celebre vigneto di Clos-Vougeot". E io, Sangiovese romagnolo, ho compiuto quello  straordinario recupero negli ultimi anni, che così  ha commentato  il giornalista enogastronomo Andreas Marz : “…in confronto ai cugini toscani, questi vini romagnoli sono leggermente più rotondi, più pieni. Forse possiedono una acidità più bassa e dei tannini più dolci. Sono quasi disposto a scommettere che una degustazione alla cieca tra i dieci migliori Super Sangiovesi della Romagna e dieci Super Tuscan a base Sangiovese, porterebbe ad una vittoria ai punti dei romagnoli..!”

Se l’entroterra e le colline di Romagna sono la mia dimora, a me, Sangiovese di Romagna, piace espormi anche su qualche balcone… Tre sono i locali storici, partoriti dalle passioni e dalle attività culturali di Aldo Spallicci, Max David e Alteo Dolcini, scrittori e uomini di cultura amanti della Romagna e del suo vino: nel 1971 venne inaugurata la “Cà de Bé” in Bertinoro, cui seguirono, nel 1975, la “Cà de Ven” di Ravenna e nel 1976, la “Cà de Sansvéz” in Predappio Alta. E come non ricordare, infine,  un osteria prediletta dal grande Tonino Guerra in Santarcangelo di Romagna, il cui nome è una evocazione ed un programma… tutto a me dedicato: la Sangiovesa….!

PER VIVERMI E DEGUSTARMI